Rapporto Nomisma 2020
3° Rapporto Nomisma
Focus Comparto Residenziale
Nomisma pubblica il “3° Rapporto sul Mercato Immobiliare 2020” e, come per il 1° ed il 2°, dona momenti di riflessione a tutti gli operatori del mercato, per ovvie ragioni, quest’anno in particolar modo.
Ciò che fa più riflettere sono i numeri relativi al comparto residenziale che delinea un deterioramento rispetto alla domanda d’acquisto.
Nomisma, infatti, prospetta uno scenario “Base” ed uno scenario “Hard”, il verificarsi dell’uno o dell’altro sarà strettamente legato all’efficienza ed efficacia della campagna di vaccinazione.
Il residenziale perde, rispetto a quelle che erano le previsioni per il 2020 prima dell’avvento pandemico, 112mila unità di transazioni in caso di scenario “Base” e 121mila secondo lo scenario “Hard”.
Per il 2021, i due scenari prospettano rispettivamente 495mila transazioni o, alternativamente, 467mila, quindi -1% o -4.9% rispetto al 2020.
Riflettendo su questi numeri, che a prima vista non sembrano incoraggianti, potrebbe venir da pensare che le chiusure e limitazioni dovute al diffondersi della pandemia, divenute limitazioni pratiche e logistiche per imprese e mercati, abbiano determinato questi dati in modo sostanziale piuttosto che un nuovo paradigma di mercato o squilibrio fra domanda ed offerta.
Storia diversa per i dati che trapelano dal settore creditizio, il quale nel 2020 ha visto un contenuto decremento nella richiesta di mutui rispetto al 2019, nello specifico -1.7%, e che ha beneficiato dello slancio dovuto alla stabilità dei tassi.
L’evoluzione prossima della richiesta di mutui sarà una variabile affidabile per stimare l’effettiva direzione della domanda d’immobili residenziali da parte delle famiglie.
Alla luce di questi numeri, per Nomisma, il mercato dovrà attendere fino al 2023 per tornare, con 600mila transazioni annue, ai livelli pre-covid con città che godranno di una ripresa più rapida rispetto ad altre, Milano e Bologna su tutte.
Per ciò che concerne l’andamento dei prezzi per il triennio 2021-22-23, spiccano per resilienza sia le abitazioni nuove che quelle usate locate in zone di pregio, le performance peggiori vengono registrate dall’usato in semicentro ed in periferia, rispettivamente -2.51% e -2.93%.
Restano tante domande e poche certezze per gli operatori, che in tutto ciò attendono la proroga del “Superbonus110”, auspicabilmente in Legge di Bilancio, visti i tanti emendamenti di diversa provenienza partitica presentati, piuttosto che dover far affidamento alle tempistiche, ad oggi incerte, del “Recovery Fund”.
Una proroga che potrebbe bilanciare l’eventuale calo della domanda, incrementando la qualità dell’offerta d’immobili residenziali ristrutturati e di nuova costruzione, e dare il via libera a molti operatori pronti ad investire.
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